Diamo una definizione di moda sostenibile
La moda sostenibile (o ecosostenibile) è un movimento e un processo di promozione del cambiamento del sistema moda verso una maggiore integrità ecologica e giustizia sociale (Wikipedia). Questo cambiamento, però, non riguarda solo il prodotto moda, ma tutto il sistema coinvolto. Insieme ad Algonatural.it negozio di moda sostenibile cercheremo di approfondire meglio questo mondo.
L’interconnessione dei vari sistemi coinvolti è un dato fondamentale per capire quanto la responsabilità della scarsissima sostenibilità dell’industria tessile non sia soltanto del cittadino, o dell’azienda, ma del settore pubblico e privato in generale. Oltre che del cittadino ovviamente.
Comprare o vendere solo capi di abbigliamento in fibre naturali non è l’unica cosa che fa della moda una moda sostenibile. Se, infatti, continuiamo nell’acquisto compulsivo di capi seppur sostenibili, diamo retta alle logiche del consumismo quasi annullando gli effetti positivi dell’acquistare abbigliamento in fibre naturali.
Cosa significa essere un negozio di moda sostenibile?
Per i negozi è ancora diverso. Essere negozi di moda sostenibile non significa semplicemente vendere abbigliamento sostenibile. Si tratta di far parte di una comunità, in cui le logiche del marketing, del mercato, del guadagno non devono oscurare i principi su cui si basa una realtà sostenibile.
Significa fare rete, sostenersi a vicenda e trasmettere ai clienti gli strumenti giusti per poter essere un consumatore più consapevole. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di diventare un punto di riferimento per quante più realtà vogliano convertirsi ai valori della vera sostenibilità.
Riconoscete queste caratteristiche nel vostro negozio di moda sostenibile di riferimento?
Storia della moda sostenibile
Il movimento della moda sostenibile ha la sua origine in concomitanza con il movimento ambientalista moderno. Per quest’ultimo in particolare è stata fondamentale la pubblicazione nel 1963 del libro Silent Spring (Primavera Silenziosa) della biologa americana Rachel Carson. Nel testo l’autrice denunciava il grave e diffuso inquinamento associato all’uso di agrofarmaci come parte dell’industrializzazione, tema ancora oggi importante nel dibattito sull’impatto ambientale e sociale della moda.
All’inizio degli anni Novanta e in concomitanza con la conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo del 1992, i “temi verdi” sono entrati nelle pubblicazioni di moda e tessili.
Le due aziende maggiormente coinvolte in queste pubblicazioni furono Patagonia ed ESPRIT, che alla fine degli anni Ottanta hanno portato nelle loro attività preoccupazioni circa i temi legati all’ambiente. I proprietari di queste aziende dell’epoca erano amanti della natura e grandi appassionati di sport outdoor e hanno avuto modo di constatare il forte impatto sull’ambiente della sovrapproduzione e dal consumo eccessivo di beni materiali. Di conseguenza, hanno deciso di commissionare una ricerca sugli impatti delle fibre utilizzate nelle loro aziende.
Per Patagonia, questo ha portato ad una valutazione del ciclo di vita di quattro fibre: cotone, lana, nylon e poliestere. Per ESPRIT l’attenzione si è concentrata sul cotone – e sulla ricerca di migliori alternative ad esso – che all’epoca rappresentava il 90% del loro business.
Nel corso degli anni Novanta e all’inizio degli anni 2000, il movimento della moda sostenibile si è esteso a molti marchi. L’agenda della moda sostenibile ora ha una propria storia, delle dinamiche e una politica. Il settore della moda etica ha delle implicazioni enormi e comprende diversi progetti che cercano di migliorare l’efficienza delle risorse.
La moda sostenibile è una filosofia e un approccio all’industria della moda che si concentra sulla riduzione dell’impatto ambientale e sociale dei prodotti di moda. Prende in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla produzione delle materie prime, alla fase di produzione, distribuzione, utilizzo e smaltimento.
Le principali caratteristiche della moda sostenibile includono:
- Utilizzo di materiali sostenibili: la moda sostenibile favorisce l’uso di materiali provenienti da fonti sostenibili, come il cotone organico, il lino, la canapa, la seta paziente, la lana biologica e le fibre riciclate. Questi materiali riducono l’impatto ambientale rispetto a quelli sintetici derivati dal petrolio.
- Produzione etica: la moda sostenibile promuove condizioni di lavoro sicure e giuste per i lavoratori lungo tutta la catena di approvvigionamento. Ciò include il rispetto dei diritti umani, salari equi, orari di lavoro ragionevoli e ambiente di lavoro sicuro.
- Riduzione degli sprechi: la moda sostenibile mira a ridurre gli sprechi di materiali e risorse durante il processo di produzione. Ciò può includere l’adozione di pratiche di produzione efficienti, il riciclaggio dei materiali di scarto e la riduzione dell’utilizzo di imballaggi eccessivi.
- Promozione di un consumo consapevole: la moda sostenibile incoraggia i consumatori a fare scelte responsabili e consapevoli, come l’acquisto di capi di abbigliamento di qualità che dureranno nel tempo, il riciclaggio dei propri vestiti, l’acquisto di prodotti seconda mano e la partecipazione a programmi di noleggio o condivisione di abbigliamento.
- Design innovativo: la moda sostenibile incoraggia l’innovazione nel design di prodotti, includendo elementi come la modularità, la riparabilità e la versatilità dei capi di abbigliamento, per prolungarne la durata e ridurre la necessità di acquisti frequenti.
- Trasparenza: la moda sostenibile promuove la trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento, consentendo ai consumatori di conoscere l’origine e le pratiche di produzione dei prodotti che acquistano.
La moda sostenibile è una risposta all’impatto ambientale negativo e alle ingiustizie sociali associate all’industria della moda tradizionale. Attraverso l’adozione di pratiche e processi più sostenibili, si cerca di creare un’industria della moda che sia equa, etica e rispettosa dell’ambiente.